L’obiettivo di ogni corridore è correre più a lungo, più velocemente, con meno fatica e preferibilmente senza infortuni.
Per raggiungere questi obiettivi una delle possibili risposte è un impegno maggiore; allenamenti più duri, più lunghi, più serrati.
Frequentemente questa scelta, se non adeguatamente supportata, porta a un irrigidimento muscolare e articolare. Tale irrigidimento è il fertile terreno per infortuni ed infiammazioni più o meno croniche.
Diventa quindi indispensabile pensare a pratiche di supporto che aiutino a prevenire gli infortuni e aumentino il tempo disponibile all’allenamento.
Tra le altre, il Tai Chi (antica pratica corporea cinese) è sicuramente una delle proposte più interessanti in questa direzione.
Ma perché dovremmo rivolgerci a un mondo così distante, che percepiamo come estraneo e avvolto da un manto di strano esotismo?
La ragione principale è che il mondo orientale considera l’uomo quale unità mente/corpo, dando a quest’ultimo una dignità che l’occidente comincia a rivalutare solo in tempi recenti.
Esistono pertanto pratiche millenarie che hanno il corpo al centro di uno studio molto approfondito, ed il Tai Chi è una di queste.
Il mondo occidentale ha tratto spesso profitto dall’incontro con le pratiche orientali; basti pensare al creatore della bioenergetica Alexander Lowel, praticante di tai chi, e che proprio da questa pratica ha tratto ispirazione per la creazione della sua innovativa proposta.
Quali sono i possibili campi d’intervento del Tai Chi nella corsa.
Il cuore di queste pratiche è la propriocettività o percezione di se.
A partire da questo concetto è possibile lavorare su molti aspetti della corsa.
Ecco alcuni esempi:
- Scioglimento articolare; essenziale per la prevenzione degli infortuni e per una maggior efficienza della corsa.
- Biomeccanica; il tai chi aiuta a percepire sia l’asse sia il baricentro, migliorando l’efficacia del gesto atletico.
- Respirazione; in queste pratiche è prediletta la respirazione addominale, estremamente proficua e meno dispendiosa in termini energetici.
- Stretching; nelle arti marziali cinesi è data grande importanza all’allungamento muscolare, attraverso esercizi che lavorano non solo in senso lineare ma anche in senso torsivo.
- Rilassamento; le pratiche di relax consentono un recupero più efficace e rapido nel postgara, così come possono aiutare nelle tensioni pregara.
- Pratiche immaginative; questo settore ha cominciato ed essere esplorato dal mondo sportivo occidentale fin dagli anni 70. In questo caso specifico, proponiamo delle pratiche immaginative che hanno lo scopo di aumentare la performance attraverso un rallentamento dello stato di affaticamento, e una maggiore irrorazione sanguigna dei distretti muscolari interessati alla corsa.
La proposta è quella di un primo incontro teorico pratico per illustrare ma soprattutto provare la pratica del tai chi applicata alla corsa, anche alla luce delle esigenze del gruppo.
Ma per avere efficacia questo tipo di pratica ha bisogno di tempo ed applicazione. Per questa ragione la proposta fatta ai gruppi sportivi è quella di una serie d’incontri a scadenza mensile/bimestrale, per verificare i progressi della pratica, superarne le difficoltà e progressivamente aggiungere nuovi esercizi più complessi ed efficaci
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